Rassegna Stampa
I Trasporti del 2000
nella Regione Calabria
Società Ansaldo Trasporti
Napoli, 1997
Ho accettato di buon grado l'invito a scrivere un articolo sulle prospettive dei trasporti in Calabria, perchè l'argomento è di quelli importanti, che richiamano convegni specialistici e stimolano dibattiti, a volte anche accesi. L'occasione mi è stata offerta da un dibattito organizzato a Scalea un paio di mesi fa dalla locale sezione del Partito Democratico della Sinistra con la partecipazione del sottosegretario ai trasporti on. Pino Soriero sul tema "Sviluppo e trasporti nell'Alto Tirreno Cosentino". E' noto che il nostro paese ha fatto notevoli progressi in questi ultimi anni nel campo del potenziamento dei trasporti e delle infrastrutture (ferrovie, autostrade, porti e aereoporti), ma siamo ancora molto distanti dagli standard europei. In Italia poi si riscontra nei trasporti la stessa disomogeneità che si registra in altri settori quali ad esempio: industria, sanità, università; e cioè, accanto a regioni che nulla hanno da temere dal confronto con le più sviluppate città del nord europa, coesistono situazioni di profonda arretratezza che ci fanno sprofondare agli ultimi posti dei paesi industrializzati. Il nostro paese, per fortuna, non è ancora diviso in senso politico e forse non lo sarà mai, ma lo è sicuramente in senso tecnologico: la rete stradale ferroviaria nel nord è molto più sviluppata che nel resto del paese al punto che coprire 200 Km in Puglia con un treno diventa una vera e propria "maratona" al confronto con un viaggio su un tratto di rete "padana". Il progetto dell'alta velocità nella sua prima definizione prevedeva il tracciato fino a Battipaglia, rendendo ancora più evidente l'isolamento delle regioni del sud e in particolare della Calabria. Sembra però che sul tracciato definitivo ci sia stato un ripensamento dopo le giuste proteste delle regioni escluse. E' superfluo ricordare che sull'Alta velocità si è discusso molto in passato, e si continua ancora adesso a farlo in maniera a volte strumentale come è accaduto in queste settimane dopo l'incidente che ha coinvolto il Pendolino ETR 460. Le associazioni ambientaliste devono comprendere l'importanza della rete ad alta velocità come fattore determinante per lo sviluppo, e gli amministratori locali consapevolmente devono vigilare sulle opere affinchè siano realizzate secondo i migliori standard offerti dalla tecnologia. Paesi che hanno iniziato prima di noi ad essere sensibili ai problemi dell'ambiente non mi sembra abbiano rinunciato ai vantaggi offerti dai treni ad alta velocità. Certo, il controllo al quale le autorità di questi paesi hanno sottoposto le nuove realizzazioni è stato molto severo: il soddisfacimento dei requisiti, per esempio sul rumore, ha comportato da parte dei costruttori del sistema ferroviario la massima integrazione fra i vari sottosistemi tecnologici e la messa in campo delle migliori soluzioni tecniche, che vanno dalla scelta di tracciati lontani dai centri abitati, alle barriere anti rumore, agli armamenti fissati su supporti ammortizzanti per ridurre la propagazione delle vibrazioni e quindi del rumore nei tunnel. Forse a qualcuno può sembrare eccessiva tanta fiducia nelle possibilità offerte dalla tecnica, ma credo che sia abbastanza difficile disconoscere questo ruolo determinante della tecnologia nella società moderna come garante di uno "sviluppo sostenibile", capace cioè di produrre innovazione, progresso, emancipazione nel rispetto dei vincoli ambientali e sociali. E veniamo al piano dei trasporti regionali. La Regione Calabria ha preparato un piano integrato dei trasporti e forse lo ha già discusso con il governo nazionale per quanto riguarda le linee fondamentali, alcune delle quali richiamate anche in questo articolo. Credo però che sia estremamente importante per le autorità locali farsi interpreti di istanze nuove per i propri cittadini, e pretendere dal governo regionale l'impegno a realizzare il tessuto connettivo dei trasporti su scala regionale. La rete di A-V si fermerà come è noto solo in alcuni punti baricentrali della regione, dai quali dovranno diramarsi sistemi di trasporto leggero in grado di servire un bacino di utenza sepre più ampio. L'obiettivo enunciato dal rappresentante del governo durante l'incontro prima citato, di ridurre le attuali 5 ore sulla tratta Paola - Roma a sole tre ore rappresenta un target abbastanza ambizioso, ma sicuramente raggiungibile con le attuali potenzialità delle ferrovie. In questa logica massima attenzione deve essere data anche alle esistenti linee secondarie su ferro che non devono essere dismesse, ma potenziate, per svolgere un ruolo di raccordo fra le ferrovie dello stato e i sistemi di trasporto su gomma che devono essere efficientati (riduzione di tempi e costi) per rispondere alle nuove aspettative di utenti sempre più esigenti. E' evidente che sulla corretta distribuzione dei trasporti locali e sulla loro efficacia giocano un ruolo determinante le decisioni degli amministratori locali, che devono abbandonare logiche ristrittive per volare alto, e perseguire la massima integrazione tra le diverse realtà locali. La nostra cittadina potrà svolgere un ruolo importante nel piano dei trasporti regionali: la felice posizione geografica al centro della regione a soli 217 Km da Napoli la colloca sicuramente in un nodo ferroviario principale della linea ad alta velocità. In quest'area ci sono le risorse umane e materiali per far decollare uno sviluppo industriale moderno, capace di rivalutare le tradizioni locali offrendo soluzioni compatibili con la salvaguardia dell'ambiente. La logica che vuole il potenziamento delle reti di trasporti laddove sono collocati gli insediamenti industriali va ribaltata nella nostra regione: prima i trasporti e gli interventi infrastrutturali capaci di fare massa critica, poi l'innesco di un circolo virtuoso che le capacità locali saranno in grado di alimentare e sostenere. Le istituzioni centrali e regionali hanno una responsabilità determinante nell'avvio di questa prima fase e devono dare risposte certe in tempi brevi. Se riusciremo a far capire che lo sviluppo della rete ferroviaria in Calabria non è in contrasto con la maggiore risorsa locale rappresentata dal turismo, anzi può costituire un comodo strumento per potenziarne le attività, credo che potremo essere abbastanza soddisfatti e accettare sfide sempre più impegnative per la nostra regione e per Scalea.
Ing.Amedeo Picardi