Rassegna Stampa
Risparmio energetico
Risparmio energetico
Fonti energetiche alternative, idrogeno (Parte prima)
Prima parte " Risparmio energetico "
Le vicende del giugno scorso, con i distacchi programmati delle forniture di energia elettrica, e i black out di NewYork e di Londra hanno riproposto drammaticamente il problema del fabbisogno energetico e delle risorse disponibili.
Anche il recente black out di fine settembre, pur non rappresentando un vero e proprio black out, in quanto il collasso della rete è avvenuto non per massima potenza richiesta bensì per minima potenza disponibile, ha evidenziato carenze nella programmazione e gestione delle risorse energetiche nazionali.
Le centrali che dovevano assicurare la dovuta riserva in caso di possibili anomalie sulla rete non erano disponibili,o per guasti o per manutenzione programmata oppure per cattiva gestione. L’analisi delle cause di un tale accadimento ci porterebbe a discutere di liberalizzazione del mercato dell’energia, di strutture di garanzia della rete, di controllo del coordinamento dei vari gestori dell’energia che da un po’ di anni, a seguito della legge Bersani, hanno rilevato quote di produzione che prima erano dell’Enel. Ma questo esula un pochino dagli obiettivi di questo articolo.
L’Italia è dunque fra quei paesi che in questi ultimi anni non hanno certo brillato per una avveduta programmazione delle risorse energetiche,e in conseguenza di ciò, verremo a trovarci esposti nei mesi a venire alla penuria di energia, in quanto il picco dei nostri consumi, fissato intorno ai 53000 Mw, non potrà essere coperto dalla offerta delle nostre centrali che raggiunge appena i 49000 Mw.
Quindi,poiché nuove centrali non sono previste a breve,e poi i tempi di realizzazione sono dell’ordine di 5-7 anni,dovremo superare il nostro deficit importando, come è accaduto in questi ultimi anni, energia dai paesi confinanti.
In questo contesto così poco rassicurante che cosa si può fare nell’immediato?
La risposta è facile, perché univoca : ridurre i consumi energetici ed in particolare i consumi di energia elettrica.
Non voglio con questo suggerire che bisogna tornare alle caverne e cambiare radicalmente le nostre abitudini energetiche ; non sono fra quelli che auspica un ritorno incondizionato alla natura incontaminata, come osano propugnare alcuni ambientalisti fuori tempo ; credo fermamente nella tecnologia e nella sostenibilità dello sviluppo, perché sono convinto che solo con la tecnologia si potrà costruire un mondo compatibile con tendenze ed esigenze contrapposte.
Allora per prima cosa partiamo dal basso, e affrontiamo il risparmio energetico delle famiglie formulando una serie di consigli pratici per implementare un piano di efficienza energetica riguardante l’intera nostra abitazione.
La tecnologia applicata agli elettrodomestici di ultima generazione offre soluzione di grande interesse. Sul mercato troviamo lavatrici, lavastoviglie,frigo ed altri oggetti di uso comune che hanno notevolmente migliorato il loro rendimento. Questi elettrodomestici,classificati con la lettera A, B secondo la nuova normativa UE sul risparmio energetico, offrono prestazioni uguali se non superiori agli attuali, consumando meno energia. Passare per esempio da 3.5 kwh a 2.0 kwh per lavare 5 Kg di biancheria non è poco : se moltiplichiamo infatti questo risparmio per il numero dei lavaggi che facciamo in un anno potremo facilmente monetizzare questa nostra scelta e valutarne i benefici.
Nella gran parte delle case si è in presenza di un vero e proprio assurdo termodinamico, rappresentato dallo scaldabagno elettrico : consumiamo energia elettrica per produrre acqua calda. Nelle centrali di produzione si brucia combustibile per produrre energia elettrica con un rendimento che nel migliore dei casi non supera il 37 %, cioè fatta 100 l’energia potenzialmente disponibile da un Kg di combustibile, solo 37 unità diventano energia elettrica, il resto si perde nei fumi delle ciminiere, negli scambiatori di calore che raffreddano il vapore di scarico delle turbine, nelle perdite joule lungo le linee di distribuzione. Per la verità esistono centrali nel nord del paese che utilizzano il calore di scarico a bassa temperatura per riscaldare le abitazioni ( teleriscaldamento), ma sono casi isolati di cogenerazione. Una famiglia di quattro persone consuma mediamente circa 200 litri di acqua calda al giorno per usi sanitari,che si traduce in un consumo di energia elettrica annua di circa 2700 Kwh.
Prima cosa da fare è cercare di evitare di usare l’energia elettrica per scopi così poco pregiati : una caldaia per acqua calda che utilizzi gas metano consentirà di risparmiare buona parte della bolletta elettrica per acqua sanitaria. Per quanto riguarda il riscaldamento o il condizionamento sarebbe opportuno installare impianti che hanno un rendimento termico elevato : per esempio con una stufetta elettrica da un Kw si ottiene pressappoco 1 Kw termico, mentre con un impianto a pompa di calore con la stessa energia elettrica si ottiene 3-3.5 kw termici e d’estate con lo stesso impianto si condiziona l’ambiente.
Per gli impianti tradizionali con centrale termica conviene scegliere una caldaia ad alta efficienza, coibentare i tubi che adducono l’acqua calda ai radiatori, eliminare eventuali perdite nei raccordi, controllare l’efficienza dei termostati.
Per ridurre i consumi operando sul contenimento delle dispersioni bisogna cercare di isolare meglio tutte le pareti, privilegiando l’isolamento del tetto e del pavimento, mettere i doppi vetri alle finestre e in fase di realizzazione optare per un buon orientamento delle pareti volto a massimizzare l’influenza della radiazione solare durante tutto l’anno.
Altro aspetto importante è rappresentato dai criteri per risparmiare sull’illuminazione che rappresenta una voce non trascurabile della bolletta. Bisogna utilizzare lampade fluorescenti che hanno un rendimento migliore e durano anche di più,ma hanno prezzi leggermente maggiori rispetto a quelle ad incandescenza.
A volte non conviene aumentare i centri luminosi, ma si può ottenere un ottimo risultato disponendo meglio le sorgenti, adeguando cioè l’illuminamento alle specificità dell’ambiente.
Altro campo sul quale è opportuno intervenire per risparmiare energia è rappresentato dai trasporti individuali. Consumiamo notevoli quantitativi di combustibile per far andare le nostre auto, determinando in questo modo un consistente aumento della bolletta petrolifera e un inquinamento che ha raggiunto livelli di guardia tali che ogni tanto le autorità locali sono costretta a proibire l’uso dell’auto per ridurre la concentrazione delle polveri nell’aria.
La soluzione del problema passa sicuramente per un radicale cambiamento culturale di come viviamo la mobilità nelle nostre città e per una nuova gestione del trasporto pubblico su ferro. Un consiglio che si può dare alle forze politiche che a breve si daranno battaglia per il controllo delle amministrazioni locali : ponete nei vostri programmi di sviluppo la realizzazione di sistemi di trasporto pubblico su ferro, che hanno il duplice vantaggio di : disincentivare il cittadino a prendere l’auto, ridurre l’inquinamento ambientale.
Ing.Amedeo Picardi